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Trento, 15 febbraio 2013 
1864-2014: 150 anni dalla “nascita” dell’alpinismo moderno in Trentino
Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Premesso che
nel 1864 (e nell’anno successivo) accaddero numerosi eventi destinati a far nascere in Trentino un forte movimento per la conoscenza e la divulgazione delle montagne. Tra questi meritano di essere ricordati il primo attraversamento della Bocca di Brenta (principale valico del gruppo dolomitico) da parte di John Ball, primo presidente dell’Alpine Club di Londra, primo club alpinistico del mondo; la prima salita della Cima Presanella, massima elevazione interamente in Trentino, da parte di Douglas William Freshfield e compagni; la prima salita dell’Adamello, geograficamente in Lombardia ma alpinisticamente accessibile dalla Val Genova, da parte di Julius von Payer; la prima salita del Gran Zebrù (geograficamente in Alto Adige, ma prossimo alle maggiori cime trentine dell’Ortles-Cevedale) da parte di Francis Fox Tuckett (una prima salita, contestata, sarebbe stata realizzata nel 1854); la prima salita della Marmolada (Punta Penìa, Punta Rocca fu salita da Ball nel 1860) da parte di Paul Grohmann, che nella stessa estate scalerà per primo anche il Piz Boé nel Gruppo di Sella; numerose altre escursioni documentate nelle pubblicazioni tedesche ed inglesi dell’epoca che divulgarono per la prima volta ad un pubblico internazionale le bellezze delle montagne trentine. Nel 1865, come detto, si implementava questo exploit con la prima salita della Cima Tosa di Brenta da parte di Giuseppe Loss, la prima salita del Cevedale, massima elevazione del Trentino, da parte di Payer (la Zufall Spitze, vetta poco meno elevata del Cevedale era stata raggiunta l’anno prima da Von Mojsisovics), la salita del Caré Alto ad opera di Montgomery e Taylor. Anche nelle Alpi occidentali la nascita dell’alpinismo moderno viene “ufficialmente” collocata nel 1865, quando venne salito per la prima volta il Cervino ad opera di Edward Whymper (l’alpinismo dell’epoca d’oro nacque invece con la prima salita del Monte Bianco nel 1786 ad opera di Balmat e Piccard).

Considerato che
all’epoca gli esploratori erano principalmente tedeschi ed inglesi, dato che da pochissimo tempo erano stati costituiti i rispettivi club alpinistici: l’Alpine Club di Londra nel 1857, il Club alpino austriaco nel 1862, il Club Alpino Italiano nel 1863 e che tutto questo movimento porterà pochi anni dopo, il 2 settembre 1872, alla costituzione a Madonna di Campiglio della Società alpina del Trentino (oggi Società degli alpinisti tridentini).

Visto che
la nascita dell’alpinismo in Trentino comportò di conseguenza lo sviluppo del turismo montano e di alcune delle più rinomate località turistiche trentine, da Madonna di Campiglio a San Martino di Castrozza per citarne due alle ali rispettivamente occidentale ed orientale della farfalla trentina. Con l’alpinismo nacquero i sentieri e le vie ferrate, i rifugi ed i bivacchi, le guide alpine, il soccorso alpino e la letteratura di settore ed un sistema di gestione e di promozione dell’alta montagna che ha probabilmente pochi uguali al mondo.

Visto dunque che
la ricorrenza dei 150 anni dalle prime salite da parte di alpinisti prevalentemente stranieri cadrebbe l’anno prossimo ma che è necessario organizzare per tempo eventuali eventi o ricerche e studi.

Considerato che
qualunque iniziativa si voglia mettere in campo dovrà necessariamente coinvolgere la SAT-Società degli alpinisti tridentini, ma anche il Collegio delle guide alpine e l’Associazione dei rifugi trentini, nonché la Fondazione Accademia della montagna del Trentino, la Fondazione Museo storico del Trentino ed altre istituzioni culturali come ad esempio i musei e l’università.

Rilevato che
nonostante l’enorme contributo fornito alla conoscenza ed al successivo sviluppo turistico del Trentino alcuni nomi di grandi esploratori appaiono sconosciuti al pubblico trentino e sono assenti – o quasi – dal panorama toponomastico (si pensi ad esempio che al grande Freshfield, autore del famoso “Italian Alps” è dedicata solo una “sella” nel gruppo della Presanella, che il primo salitore della Cima Tosa, Loss, non è ricordato in nessun luogo, che a Julius von Payer, esploratore polare e maggiore esploratore dell’Adamello-Presanella e dell’Ortles-Cevedale, è dedicata solo una modesta cima del gruppo dell’Adamello, eccetera) e dunque sarebbe auspicabile che, in fase di revisione od aggiornamento periodico dell’atlante toponomastico trentino, fossero dedicate alcune cime di rilievo o luoghi significativi oggi senza nome ad alcuni di questi grandi personaggi, con un percorso di studio che ne valorizzi e ne promuova pubblicamente la conoscenza.

Visto che
come già fatto in altre analoghe occasioni in altri paesi/regioni, si potrebbe immaginare un grande evento a partecipazione popolare e con ricadute anche in campo turistico consistente nella salita, durante alcune giornate prestabilite, di 150 cime o passi rilevanti distribuiti su tutto il territorio provinciale e che possano coinvolgere tutti i gruppi montuosi, i Comuni e le Comunità di valle, le sezioni della SAT, le ApT d’ambito (si pensi, ad esempio, a ripercorrere l’itinerario di Ball da Molveno a Pinzolo attraverso la Bocca di Brenta).

Considerato che
per l’occasione sarà importante sostenere la pubblicazione di opere selezionate che possano illustrare le fasi più rilevanti della nascita dell’alpinismo in Trentino, documentandone i momenti salienti e spiegandone le ricadute sul territorio e sulle comunità locali

Tutto ciò premesso

il Consiglio impegna la Giunta provinciale

1.   A promuovere per l’anno 2014 (e/o per gli anni 2014-2015) uno o più eventi per celebrare adeguatamente i 150 anni dalla nascita dell’alpinismo moderno in Trentino.

2.   A coinvolgere nel percorso di definizione degli eventi e delle attività tutti i soggetti potenzialmente interessati, ad iniziare dalla SAT-Società degli alpinisti tridentini.

3.   A favorire e sostenere la pubblicazione di studi e ricerche sull’argomento, nonché di iniziative per far comprendere alla popolazione locale ed agli ospiti l’importanza ed il significato, anche in termini socio-culturali ed economici, del movimento alpinistico nella storia e sullo sviluppo del Trentino.

4.   A sostenere economicamente ed organizzativamente il programma di manifestazioni per i 150 anni dalla nascita dell’alpinismo moderno in Trentino.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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